Infiniti silenzi interiori, paure, dolori, incertezze s'intingono nell'onnipresente gesto del cibarsi: ora di aromatiche zuppe, ora di succose carni, ora di spaghetti di riso. Di tutto ciò che è caldo conforto e condivisione della propria fragile umanità: il cibo visto come ponte tra due solitudini, come contraltare di una quotidiana deglutizione di amarezze. Le cupe atmosfere interiori sono ulteriormente inzuppate da violente piogge improvvise, sotto le quali si consumano, in contrapposizione con il disagio dell'umidità, gesti di tenerezza in attimi sospesi nel tempo. Così come atemporali sono le realtà parallele che i protagonisti vivono di riflesso: il Giappone e l'"estero", dimensioni indefinite dell'adulterio; oppure piccoli mondi che essi stessi creano (la simulazione di una confessione), o che si ritagliano per uscire dalla consumante malinconia (la stanza di un albergo). In tutto questo, delizia assoluta la fornisce un Nat King Cole che, con le sue "Aquellos ojos verdes" e "Quizàs, quizàs, quizàs", conferisce un che di esotico alle atmosfere orientali dell'ambientazione: la romantica leggerezza delle melodie non smentisce nei testi delle canzoni lo stato che avvolge i personaggi principali. Un sentimento d'incompletezza li pervade in un gioco di sottili riflessi: dialoghi che sembrano costruiti specularmente, a dipingere non solo le stesse interiorità ma, ironicamente, anche gli stessi fatti che le determinano. Il doppio impregna ogni cosa. Come non perdersi nell'amore per qualcuno quando quest'ultimo non è che un altro se stesso? Questo amore non trova mai totale ed eclatante sfogo, ma al tempo stesso si compie ugualmente nell'ambito dell'illusione che attraversa l'intera vicenda. Esso non pretende nulla di più di quanto lo ha generato: non il desiderio, ma la condivisione di uno stato.
Ultima, ma non meno importante nota, i colori: rossi profondi, ocra, verdi, beige e grigi caricano la pellicola delle stesse note emotive narrate nella storia, con una cura e un accordo tra i diversi elementi della scena davvero notevoli. I luoghi stessi raccontano così le pieghe dei segreti di un incontro generato di riflesso da altri incontri, facendo da vivo sfondo a gesti di una quiete incredibilmente composta. Ricco di simbolismi e scomposizioni, questo film ha molte chiavi di lettura, tanto che meriterebbe di essere visto e rivisto per metabolizzarle tutte. L'ho adorato, veramente. Un mood for love raccontato così ti si cuce addosso come un vestito del quale non vorresti spogliarti.
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