mercoledì 28 settembre 2011

Paolo Gioli

Vi propongo un'interessante (quanto datata: 1991) conversazione tra Paolo Costantini e il pittore, fotografo e regista Paolo Gioli, che inaugura domani la sua mostra "Naturae" qui a Roma, presso Studio Orizzonte, del fotografo e amico Antonio Barrella.

La commistione di mezzi espressivi che Gioli utilizza mi è vicina e familiare: mi sono ritrovata molto in ciò che afferma, perchè anche per me (soprattutto adesso) non sono mai state nette le demarcazioni tra un mezzo e l'altro. Dalle parole dell'artista emerge un'incontenibile passione per la materia e ciò che essa è in grado di partorire; è tutto un divorare, ricevere, restituire, scambiare. Leggendo dell'uso e del significato di quest'ultima, mi è risultata immediata l'associazione con Alberto Burri, uno degli artisti italiani che mi prendono più visceralmente. Ricordo perfettamente quello che provai quando vidi per la prima volta dal vero i suoi "Cretti", in particolare quelli neri: quel senso così estremo di residuo, di consunzione, che è poi molto simile a ciò di cui parla anche Gioli quando accenna alla tavola dopo il pasto (vd. infra).
Ma non voglio ora dilungarmi troppo, perchè il testo che segue è già molto lungo. Non ho voluto tagliare nulla, affinchè rimanesse intatta la sensazione che ho provato nel leggerlo, come se l'artista fosse seduto accanto a me raccontandosi in maniera molto genuina e diretta.

martedì 27 settembre 2011

Within #7

La prima certezza che ho è che non ascolterò più "Again" degli Archive per un po'. E' una canzone che nell'album dura sedici minuti e temo di aver perso il conto di quante volte abbia suonato dal momento in cui il mio settimo soggetto è arrivato a quando se n'è andato. Ancora un fotografo - e uno non da poco: Fausto Podavini. Forse ha voluto il destino che lui fosse il settimo, numero che notoriamente identifica la crisi. Con Fausto siamo amici ed era un po' che c'era in ballo di fare questo ritratto: in effetti era già da qualche giorno che avevo la spinta giusta per farlo, eppure proprio quando è arrivato il momento quella più agitata era la sottoscritta, mentre lui, che è un altro di quelli che non si fanno mai fotografare, era completamente a suo agio. Abbiamo provato a capire le ragioni di quella mia inquietudine e la risposta paradossale è che era proprio il fatto di essere a casa mia a destabilizzarmi. Questo probabilmente perchè non ho mai ritratto nessuno qui, almeno non per un progetto personale. Su questa cosa ci sarebbe da aprire un capitolo piuttosto ampio, ma mi è sufficiente averlo capito da me e non vi tedierò oltre. Per un bel po' abbiamo parlato e - altro ribaltamento - la conversazione è servita più a me per concentrarmi (o forse per smettere di cercare di farlo) che a lui per rilassarsi. Poi, pian piano, è arrivato il silenzio ed è rimasta solo la musica. Con la comunicazione non verbale sono entrata di nuovo nel ritratto e, again, è stato Within.

sabato 24 settembre 2011

Sull'artista

L'unica missione di chi prova a fare "arte" dovrebbe essere quella di scollarsi dalla mediocrità e dall'omologazione stordita e incosciente del pubblico. Nella migliore delle ipotesi questo porterà anche gli altri a saper vedere oltre, ma è solo una (neanche così certa) conseguenza e non una causa efficiente. L'artista non opera per elevare le masse, ma al contrario è prima di tutto un essere egoista; gli si deve persino perdonare una certa arroganza, perchè in qualche modo si finirà comunque per dargli ragione o, se non altro, per capirlo. E' più che altro una questione di tempo e di evoluzione culturale - il che spesso tramuta la missione dell'artista in una vera e propria lotta sul filo di una penna, di un pennello, di una pellicola, etc. Onestamente non so se io abbia il coraggio di credere nell'elevazione (o ricostruzione, se guardo all'Italia di oggi) della cultura di massa, ma ci provo perchè sono troppo insofferente per accettare il contrario. In sostanza, esercito una forza in virtù di una debolezza.

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About the artist

The sole mission of those who try to make "art" should be to try coming unstuck from the mediocrity and the numb and unconscious standardization of the public. At best this will lead others to be able to look beyond, but this is only a (possible) consequence and not an efficient cause. The artist doesn't work to raise the masses, but instead is first of all a selfish person to whom should even be forgiven a certain arrogance, because somehow people will end up agreeing with him or, at least, understand him. It's most of all a matter of time and cultural evolution - which often transforms the artist's mission in a real struggle on the edge of a pen, a brush, a film, etc. I honestly don't know if I have the courage to believe in the elevation (or reconstruction, if I look at Italy nowadays) of mass culture, but I try because I'm too intolerant to accept otherwise. Essentially, I exercise a strength by virtue of a weakness.

mercoledì 14 settembre 2011

Within #6

Non so se il SI Fest di Savignano sul Rubicone sia stato il pretesto per scattare il sesto Within o viceversa, ma tant'è: ho portato a casa un altro ritratto e incontrato quei pazzi romagnoli che non vedevo da tempo. Di nuovo un uomo, di nuovo un fotografo: Giorgio Fochesato. Come sempre accade, scrivo dell'esperienza prima di vedere le foto, sulle quali poserò gli occhi tra un paio di giorni.
Non conoscevo Giorgio di persona, cosa che nelle nostre intenzioni avrebbe costituito un dato interessante: avevamo deciso di non parlarci prima di scattare, per mantenere una sorta di tensione curiosa nell'avvicinamento del ritratto. Purtroppo sono stata vittima del più incredibile degli imprevisti, ovvero la batteria dell'analogica che mi ha abbandonato appena caricato il rullino. Il progetto è tutto in pellicola e ho preferito non scattare in digitale nonostante la disponibilità di alternative in tal senso. Abbiamo quindi atteso che aprisse il negozio di fotografia per acquistare la batteria; a quel punto non spiccicare parola per tre ore sarebbe stato un po' eccessivo. E' finita che ci siamo raccontati un sacco di cose e col senno di poi credo che sia stato meglio così. Giorgio non è tanto timido, quanto chiuso. Sembra una contraddizione, ma in realtà non lo è: ha un modo di porsi gioviale e spiritoso, ma una volta giunti al citofono di casa sua non ti apre se gli dici semplicemente "sono io". Fai prima ad appoggiare una scala al muro e tentare l'entrata dalla finestra. Abbiamo scelto un set naturalistico, sotto un ponte in mezzo al verde, con l'insolito contrasto di alcune grosse casse nere contenenti, presumibilmente, materiale elettrico. Come sono poi andate le cose rimane tra noi; qui dico solo che il momento in cui mi ha, per così dire, aperto la porta principale non sarà durato più di quindici secondi - il tempo di due o tre scatti, su circa quarantacinque minuti di shooting. Una volta finito, abbiamo entrambi avvertito una sensazione di pace, mista a una strana stanchezza emotiva che si scaricava ora anche sul corpo. Se il terreno non fosse stato così melmoso, mi sarei volentieri sdraiata sul prato a godermi il contatto con la natura. E' stata una sessione molto piacevole, in cui il silenzio ha creato dialoghi interessanti.

Qui la sua versione.

venerdì 9 settembre 2011

Cuts

E' paradossale, ma spesso diamo più peso alle mutilazioni che facciamo a parti di noi che sono già morte, come i capelli, piuttosto che a quelle che sono ancora vive, come i sogni.

It's paradoxical, but often we give more importance to mutilations we operate on parts of ourselves that are already dead, as hair, rather than those that are still alive, like dreams.



mercoledì 7 settembre 2011

Within #5

(english translation below)

Luglio 2010, TPW con Settimio. Tra i suoi sette "tizi capitali" c'è anche lui, Mario Zanaria alias Zamario. Apro il suo portfolio e capisco subito di trovarmi davanti a qualcosa che mi piace - e manco poco. C'è più d'una di quelle che io chiamo foto degne di questo nome, che rispondono a un mio personale criterio: dopo averle viste, non posso più vivere senza, perchè mi s'incastonano dentro per qualche ragione e lì rimangono, magari scorrendo su piani mobili per sistemarsi laddove la mia maturazione visiva trasla con il passare del tempo.
Non avevo mai pensato di posare per lui: è un'idea che non ha più di una settimana di età e, come tutte le migliori intuizioni, ha trovato immediata realizzazione. L'aspetto curioso è che in realtà nello stesso momento gli ho chiesto di partecipare a sua volta al mio progetto di ritratto. Within numero cinque, dunque. Ma facciamo un passo indietro. Posare per Mario è stata un'esperienza di elettrizzante serenità: divertente, giocosa ma al tempo stesso dal respiro pieno e profondo. Un tessuto di trasparente familiarità impunturato di tanti momenti rivelatori, a sfociare ogni tanto in un'asola dal piglio più deciso.
Finita la sessione di lui a me, è iniziata quella di me a lui. Ciò che ho sperimentato questa volta è stata la sensazione di essere al contempo dietro e davanti all'obiettivo: il fatto di essere appena stata ritratta da lui ha fatto in modo che la demarcazione tra soggetto e oggetto subisse una specie di annacquamento. La natura del mio progetto, peraltro, ha proprio a che fare con il contatto, che in questo caso ha assunto una veste del tutto inedita rispetto ai precedenti. Anche quando avevo scattato Sinapsi - il secondo del progetto - c'era stata una sessione fotografica reciproca, ma il tipo di avvicinamento era stato diverso, cosa che si è infatti riflessa nella foto che ho scelto. Quelle a Mario devo ancora svilupparle, ma anche in questo caso penso di sapere già quale selezionerò. Intanto, questo è l'ultimo scatto della giornata, che mi piace in modo particolare perchè racconta la gioia che in quell'occasione ho riscoperto nel fotografare senza pensieri. Era tanto che non mi vedevo così.


Per chiudere, una segnalazione fresca di giornata: la mostra di Mario, che inaugura il 16 settembre alla galleria Bluorg di Bari e che potrete visitare fino al 16 ottobre.

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July 2010, TPW workshop with Settimio. Among the "seven deadly dudes" of the class there is also Mario Zanaria, aka Zamario.