Biglietti presi, vado in Sud America.
Anzi, andiamo. Perché con ogni probabilità non sarebbe bastato il desiderio di vedere il Salar de Uyuni per condurmi da sola nel cuore della Bolivia, zaino in spalla. Ho un fondamentale compagno per quest'avventura, e non potrebbe andarmi meglio perché oltre ad essere un viaggiatore navigato è anche lui un racconta-storie. Tra l'altro mi ha proposto un reportage a quattro mani che mi ha subito entusiasmato e che spero si riesca a organizzare - non che abbia dubbi, sarebbe capace di trovare contatti anche in Antartide.
All'inizio ero un po' in pensiero per i possibili rischi e la logistica, ma più mi abituo all'idea e si avvicina la partenza, più mi lascio andare. Atterreremo in Perù e scenderemo in Bolivia fino all'altopiano di Uyuni, per poi tornare verso nord.
Per me è il primo vero viaggio che non sia una vacanza. Niente resort, alberghi confortevoli e mezzi di trasporto privati: una cosa on the road, guida alla mano, equipaggiamento minimo, libera da prenotazioni intermedie e muovendosi in pullman. Nulla di frenetico, sarà un'esperienza immersiva, andando in esplorazione di luoghi, persone e situazioni fuori dall'ordinario. Mi prenderò il tempo per scrivere presumibilmente ogni giorno e ho idea che tutto mi sarà d'ispirazione, sia a livello di esperienza di vita che per il materiale di lavoro.
Il senso di anticipazione per questo viaggio è molto forte, mi sto documentando e preparando tra vaccinazioni, attrezzatura e fondamenti di spagnolo. Anche se sono cosciente che tutto, una volta là, sarà completamente diverso da qualsiasi immaginazione.
Per ora vi lascio con una foto del deserto di sale che per primo mi ha attratto verso quelle mete: il foglio bianco tutto da scrivere che riflette senza ostacoli ogni cosa intorno a sé, disperdendo confini e riferimenti.
Salar de Uyuni, Bolivia |