Saranno trentacinque tra una settimana, i miei. Per gli ultimi tre ho considerato seriamente di tornare a vivere a Milano, ma solo questo è stato decisivo.
Scrivo dalla mia nuova casa, al piano di sopra. Il soffitto a travi dipinte di bianco è a poco più di un metro dalla mia testa, e guardandolo mi accorgo di riconoscere già la sua trama, i nodi del legno e quel chiodo piantato in corrispondenza del centro del letto. Chi ce l'avrà messo, e perché? Ovunque guardi ci sono segni di decisioni prese prima del mio arrivo, e non ci ero più abituata. Eppure mi sembra che questa casa non possa essere stata vissuta che da me. Ci sto da meno di tre mesi, ma è già piena di vita. E' il posto che mi serviva per ricominciare, e per stare dentro di me ho avuto bisogno di stare dentro di lei. Non ho vissuto Milano come mi sarei aspettata - niente è mai come ci si aspetta, bisognerebbe proprio smetterla di aspettarsi le cose. Ho avuto nuova musica, nuove facce, nuova luce, nuove strade. L'azienda per cui lavoravo mi ha dato ancora lavoro, e grazie a questo riesco a dedicare quasi tutto il mio tempo ad altro. Mi sveglio ogni mattina senza sapere cosa farò. Non ho orari. Se la notte ho voglia di scrivere, lo faccio anche oltre le quattro. Vedo molte più notti che mattine.
L'acqua è il mio elemento, nuoto quasi ogni giorno.
Sto portando avanti nuovi progetti. Ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, sono nella fase di ricerca. La trama, sebbene ancora tutta da costruire, ha una struttura per scatole cinesi con infinite possibilità. Mi trovo nella posizione privilegiata di chi ancora non ha ancora tracciato la linea che collega le stelle in costellazioni, e ogni disegno è ancora possibile.
Sto scattando un progetto personale che (r)accoglie le persone che frequentano la mia casa. Ritratti in bianco e nero, pellicola. Una sorta di album di famiglia a mia misura. Immagini che parlano chiaro, fatte in modo molto semplice e immediato, e che credo raccontino bene il mio rapporto con i diversi soggetti. Ho in mente altri due progetti fotografici, uno di ritratto e un altro completamente diverso da quanto ho fatto finora. Vedrò di realizzarli a partire da gennaio. Per ora, le foto di cui sono più soddisfatta sono una serie di ritratti scattati a ottobre, credo tra i più veri che abbia mai fatto. Poi ci sono alcuni autoritratti, e anche quelli sono diversi da prima.
La maggior parte del tempo la impiego studiando libri di autori che mi possano essere utili a tirare fuori il mio sentire. Al momento sono su Salinger, al terzo libro - Nove racconti. Ho già scritto di questo autore per Franny e Zooey, ed è interessante vedere come lo stesso talento sappia declinarsi anche nel breve di una ventina di pagine per ogni racconto.
Ho una vita sociale soddisfacente e ricca di stimoli. Frequento amici di più o meno vecchia data, e tutti sanno stupirmi, ognuno a suo modo. Rido molto e taglio rami secchi. Il lavoro più importante che sto facendo è quello di concentrarmi su quello che voglio io, prima di quello che vogliono gli altri. Non è per niente facile, ma ci provo.
Questo un po' per rispondere a quanti mi chiedono notizie della mia nuova vita, ma anche per ringraziare. Innanzitutto me stessa, per il regalo più prezioso che un essere umano possa farsi: il tempo per se stesso. E parlando di regali, credo che ogni cosa e persona che incontriamo lo sia, nel bene e nel male.
Ringrazio quindi chi si è rifiutato di lasciarmi morire laggiù, aiutandomi a trovare il coraggio per il grande passo. Il percorso fatto con lui resterà, in ogni aspetto, indimenticabile.
Ringrazio colei che, a Roma, ha creduto in me e ha saputo spingermi a usare i miei talenti, pur andando contro il proprio più immediato interesse di capo. La sua energia mi arriva ancora oggi.
Ringrazio l'amico più diverso da me che potessi avere, perché è con lui che ho ritrovato il sorriso che tanto mi era mancato. Nessun giudizio, solo ispirazione.
Ringrazio le mie tre donne: Monica, Diana e Xolani. La vera amicizia prescinde dalle distanze, dai tempi e dalle modalità.
Ringrazio la voce della mia coscienza, nella speranza di dirgli, prima o poi, qualcosa che non sappia.
Ringrazio anche le presenze più discontinue, quelle ritrovate e quelle che partono per ritornare. Sono continue conferme. Ringrazio anche chi è sparito - sono conferme anche quelle.
Non per ultima, ringrazio la mia famiglia, che mi ha supportato in ogni modo nonostante le parziali perplessità. C'è molto da fare e non sarà una passeggiata.
Questo è stato l'anno della svolta, il prossimo sarà quello delle realizzazioni.
Buon anno anche a voi.
Che coraggio che hai avuto, grande.
RispondiEliminaCome vorrei anche io, non sai quanto.
Però io ho bisogno dello stipendio a fine mese, porcavacca, e rimango con le zampe nella melma aspettando il miracolo.
Eh lo so, è un percorso lento ma non impossibile. Anche io abbisogno dello stipendio a fine mese, non pensare :) Però al momento devo badare solo a me stessa, quindi riesco a farcela...
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