Sono nella mia stanzetta bianca con il pavimento in cotto, i mobili di legno e il soffitto a volta.
Ho da poco mandato via una cavalletta lunga a occhio e croce otto centimetri. Panico, io non reggo gli insetti che fanno rumori secchi quando si muovono.
Qualche ora fa il corridoio che porta alle stanze era inondato dalla luce rosa del tramonto. Mi sono fermata in cima alle scale, l'ho guardata e ho pensato a quanto sia fortunata.
Parole, parole, parole in giardino davanti all'aperitivo. Un bel gruppo, eterogeneo. Sono l'unica donna nel mio corso. Ho con mia grande fortuna trovato la modella che c'era l'anno scorso, mia omonima, che è esattamente il tipo di donna che volevo per i miei scatti. Ho per la testa un'idea folle: dopo questa settimana farmi i capelli come lei. Chissà se avrei il coraggio di tagliare la mia criniera... anche se è ormai tanto che vorrei rifarli corti. Vedremo... avrebbe se non altro un forte valore simbolico.
Sono in trepidante attesa di quello che succederà al mio interno durante una settimana che si preannuncia davvero ricca di spunti di riflessione. Cosa mi aspetto? Di portarmi a casa delle foto che abbiano un senso profondo per me, di mettermi fortemente in discussione e di confrontarmi con altre persone con tutte storie diverse tra loro. So che sarà anche molto divertente - già stasera avevamo le lacrime agli occhi per i racconti di Settimio e Giorgio (il suo assistente) sui loro recenti shoot - e sono certa che non dimenticherò mai questi giorni, tutti per me.
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