martedì 27 luglio 2010

The final cut

Questa è la seconda volta che chiudo il cerchio con Settimio. La prima fu poco più di un anno fa, dopo che mi conobbe di persona in occasione di uno shooting fotografico a cui mi invitò ad assistere. Ricordo che quelle diciassette ore insieme mi aprirono veramente un mondo. Adesso di ore con lui ne ho passate a multipli di diciassette e, come avete potuto leggere, di mondi me ne hanno aperti svariati.

Possiamo immaginare il cerchio come una linea continua che ha un inizio e una fine. Ma a guardarlo così, già tracciato e finito, non sappiamo individuare quella coppia di punti. Semplicemente perchè forse un inizio e una fine non esistono, confondendosi dentro di noi in una dimensione senza tempo. "The final cut" per me rappresenta, appunto, anche il "taglio" che può essere fatto in qualunque punto del cerchio: in questo percorso con Settimio, l'inizio e la fine si sono toccate perchè hanno sempre e comunque fatto parte di me, pur essendo, idealmente e allo stesso tempo, agli antipodi l'una rispetto all'altra.

Dandovi il link al blog di Settimio che, oltre a mostrare il mio progetto, rimanda anche alle parole della mia stanza dei giochi, chiudo un cerchio che è stato aperto per una settimana, affinchè io prendessi coscienza del contatto tra le mie infinite coppie di punti.



sabato 24 luglio 2010

Lettere dal TPW #7

Questa è l'ultima "lettera dal TPW", anche perchè sto barando dato che ormai sono a Roma... Ma voglio chiudere con una bellissima immagine scattata da Marco C., caro amico e compagno di avventura anche in Toscana. Con la mia passione stretta in mano, inondata dalla stessa luce che sentivo dentro.

Lettere dal TPW #6


Sono sul treno Chiusi-Roma, di ritorno dal TPW al mondo XYZ, che ora guardo in modo del tutto diverso perchè ho nell'anima una quarta dimensione. Le mie gambe sono piene di graffi, i miei piedi punzecchiati dai rovi, la mia pelle riscaldata dal sole, le mie scarpe ricoperte di briciole di Toscana. I miei vestiti hanno ancora il sapore degli abbracci di un folto gruppo di nuovi amici, il mio computer custodisce gelosamente il frutto del "sangue" scorso in quest'ultima settimana, delle risate e dei turbamenti, delle mille parole condivise almeno venti ore al giorno con i miei compagni di viaggio. Tutto ciò che ho vissuto in Toscana mi risuona dentro con la potenza di un impianto da stadio. Ho visto il bianco della luce e il nero delle ombre, assaporato il dolce di un sorriso e il salato delle lacrime, affondato i piedi nella terra umida e librato le braccia nel cielo.

venerdì 23 luglio 2010

Lettere dal TPW #5

Stamattina riunione finale per tirare le somme del progetto che verrà proiettato domani sera insieme ai lavori degli altri 44 partecipanti al TPW. Per giorni ho avuto in mente una precisa storia da rappresentare, ma da ieri mi è venuto il prurito di ritornare ad un'idea cui avevo accennato anche qui. Stamattina ho parlato a Settimio della cosa e l'ha trovata molto interessante, così insieme abbiamo trovato un codice di rappresentazione. La storia era quindi già dentro di me, andava solo tirata fuori con un certo coraggio. E' personale, intima, forte. Il titolo è ancora da definire e presto la copy che è in me lo partorirà: ha a che fare con la presenza di un'assenza.
Ho scattato per circa un'ora e mezza alla "Quercia", location di cui ho già parlato, e non ho idea di come dirò ai miei genitori che ho fotografato una donna che fa l'amore con l'ombra dell'uomo che ama e che è fisicamente lontano da lei. Lei sente la sua presenza, lo può persino toccare, desiderare. E di fronte a questa consapevolezza si mette completamente a nudo in un luogo-non-luogo dove si possono incontrare nell'immaterialità di un sogno, di una sensazione.
La mia bravissima modella da giorni indossa l'anello di diamanti che non tolgo mai, lasciatomi da mia nonna, e che ho voluto darle temporaneamente a inizio settimana per suggellare il forte legame che si è creato tra di noi e che senza dubbio proseguirà quando torneremo a Milano. Mi ha dato tantissimo di sè, ci siamo aperte reciprocamente e ci lega un affetto inspiegabilmente commovente. L'ombra era invece interpretata da Giorgio, assistente di Settimio e splendida persona che ha saputo dirmi parole che avevo bisogno di sentire.
Alla fine dello shooting sono filata in limonaia a scaricare le foto. Selezione di massima, ancora da tagliare fino ad un massimo di 15 foto, postprodotte al volo in bianco e nero. Sono rimasta senza fiato. Hanno una potenza incredibile e allo stesso tempo una delicatezza e una tenerezza disarmanti. Lusinghieri apprezzamenti sui miei lavori della settimana sono arrivati anche da due grandi, Franco Pagetti e Gabriele Rigon. Quest'ultimo da ascoltare letteralmente per giorni, ha storie da vendere - e in effetti è ciò che fa...

Ho già malinconia per la fine incipiente di questa settimana toscana, che ho vissuto letteralmente in ogni suo momento e che mi ha dato molto di più di ciò che mi aspettavo.
Per fortuna non è ancora finita... domani sera grandi emozioni con la proiezione finale!

giovedì 22 luglio 2010

Lettere dal TPW #4

Un'intera, ininterrotta giornata di "psicanalisi". Siamo devastati... Settimio si è davvero consumato fino alle ossa per noi. Crisi. Riflessioni sul progetto. Ospiti inattesi. Turbamenti, voci amiche, nuovi abbracci.
E alla fine, "La quercia" by night. Vinicio Capossela a tutto volume, un milione di stelle con la luna, una quercia millenaria, erba alta e morbide colline. Indimenticabile.

mercoledì 21 luglio 2010

Lettere dal TPW #3

Oggi ho gustato il baratro. L'ho visto da lontano, ho preso la rincorsa e mi sono buttata senza paracadute. E' stata una delle emozioni più intense della mia vita e ho fatto gli scatti più densi, sentiti e belli di sempre. Il risultato estetico è solo una conseguenza del fatto che esista un senso profondo in ciò che fotografiamo, e non può che essere così. Non sono più qui a usare bene congiuntivi e condizionali. Ho finito di fare scatti fine a se stessi, di vagare senza bussola. Ora ho la chiave, ora ho il linguaggio, ora ho il contatto con me stessa.

Ho finalmente capito, in un lampo, cosa voglio fare nella mia vita. Clic, è scattato.

lunedì 19 luglio 2010

Lettere dal TPW #2

La mia testa oggi è stata talmente bombardata che, esausta, ha sganciato a propria volta il peso della sua stanchezza sulle gambe. Come dopo un esame ai tempi dell'università, mi fanno male le ginocchia. Sono devastata. E pensare che, a parte la corsa di questa mattina prima di colazione, sono stata seduta praticamente tutto il giorno. Settimio è una perla rara, una guida, un faro, una scossa di terremoto. Ti infila quei suoi occhi verdi dentro le viscere e ti rivolta le interiora. Rimescola, disfa i nodi, dipana la matassa dei dubbi e dei mille quesiti che ti sei sempre posto e vi dà una risposta. Una chiave di lettura, una formula.

Sono nella tranquilla penombra della mia camera, seduta a gambe incrociate sopra il copriletto bianco, dopo l'ennesima doccia rilassante. Tra mezz'ora cenerò insieme a tutti gli altri, profumi deliziosi scappano dalle cucine e si diffondono dappertutto solleticando la già scalpitante fame.

Adesso devo pensare. Il progetto che ho in mente prende forma e si sviluppa ora dopo ora. SO che sarà meraviglioso. Devo concentrarmi, chiudere tutto il resto fuori e fare silenzio dentro di me. Quello che è accaduto oggi nella limonaia non è nemmeno lontanamente immaginabile per chi non era presente.

Questo è un punto di non ritorno. Un ricordo di lacrime già sofferte si riaffaccia con la violenza di sempre, ma sono punte che feriscono per far guarire, non per lacerare.

Spogliarsi delle sovrastrutture. Togliere, togliere, togliere. Mollare gli ormeggi. Uscire allo scoperto. Questo è quello che sto facendo, questo è ciò che accadrà d'ora in poi. Venerdì sera sarò un'altra persona. Che dico, lo sono già.

domenica 18 luglio 2010

Lettere dal TPW #1

Sono nella mia stanzetta bianca con il pavimento in cotto, i mobili di legno e il soffitto a volta.
Ho da poco mandato via una cavalletta lunga a occhio e croce otto centimetri. Panico, io non reggo gli insetti che fanno rumori secchi quando si muovono.
Qualche ora fa il corridoio che porta alle stanze era inondato dalla luce rosa del tramonto. Mi sono fermata in cima alle scale, l'ho guardata e ho pensato a quanto sia fortunata.
Parole, parole, parole in giardino davanti all'aperitivo. Un bel gruppo, eterogeneo. Sono l'unica donna nel mio corso. Ho con mia grande fortuna trovato la modella che c'era l'anno scorso, mia omonima, che è esattamente il tipo di donna che volevo per i miei scatti. Ho per la testa un'idea folle: dopo questa settimana farmi i capelli come lei. Chissà se avrei il coraggio di tagliare la mia criniera... anche se è ormai tanto che vorrei rifarli corti. Vedremo... avrebbe se non altro un forte valore simbolico.
Sono in trepidante attesa di quello che succederà al mio interno durante una settimana che si preannuncia davvero ricca di spunti di riflessione. Cosa mi aspetto? Di portarmi a casa delle foto che abbiano un senso profondo per me, di mettermi fortemente in discussione e di confrontarmi con altre persone con tutte storie diverse tra loro. So che sarà anche molto divertente - già stasera avevamo le lacrime agli occhi per i racconti di Settimio e Giorgio (il suo assistente) sui loro recenti shoot - e sono certa che non dimenticherò mai questi giorni, tutti per me.