martedì 7 giugno 2011

Michel (rac)Comte

Pacco per me, questa mattina. Amazon.it scritto sul cartone. Apro, estraggo il pesante Michel Comte - Thirty years and five minutes già con l'acquolina in bocca. Qualche giorno fa sono andata a vedere la sua mostra alla Triennale ed è stata un'autentica goduria. Ottantasei fotografie (più una stanzetta coi provini di vari servizi a celebrities), delle quali conoscevo già la maggior parte ma che non avevo mai visto stampate in quelle dimensioni. Ben tredici immagini hanno come co-protagonista la sigaretta, in perfetto stile nineties. E' stato anche un po' un tuffo nel passato, perchè alcune di quelle immagini le avevo scoperte ai tempi in cui furono pubblicate per la prima volta. Ahimè, la mia collezione di Vogue Italia dal 1991 in poi è finita al macero grazie all'insistenza di mio padre, che non sapeva più dove mettere tutte quelle copie di cui non capiva il valore - ok, lo ammetto: ho perso quelle foto per mia negligenza nel non ritagliarmi almeno i redazionali... ma ero giovane e stupida (ora sono rimasta solo stupida e lo considero un complimento). Comunque, torniamo al libro. Non sono qui per raccontarlo - chiunque lo voglia vedere e apprezzare, come senz'altro merita, lo può acquistare - quanto per commentare un fatto che riscontro praticamente ogni volta che leggo la biografia di un artista famoso. E' tutta gente che molto spesso non cresce con il background necessario alla professione in cui avrà poi successo, ma (solo) con una grande e innata passione per qualcosa; a quel punto, un genitore o una figura simile fornisce all'artista in erba uno strumento per sviluppare il suo talento. Fin qui tutto bene. Poi succede questo: "La prima occasione gliela offre, nel 1979, Franca Sozzani che lo impiegherà regolarmente per Lei e Per Lui". "Prima occasione" e "Franca Sozzani" nella stessa frase come ci sono finiti?! Questo buco temporale tra quando sta solo scattando un po' di foto e quando finisce alla corte della bionda signora come lo riempiamo?! E pensare che è lo stesso ragazzo che ha rifiutato un posto da assistente per David Bailey. Sia chiaro, non sto discutendo nè i modi nè il talento... però porca paletta, raccontalo come ci sei arrivato, almeno in un libro con il tuo nome stampato a caratteri cubitali! Ah già, non fa figo abbastanza. E non è per sapere come si fa, perchè sicuramente è un insieme di cose ben note a tutti - talento, gavetta e una bella botta alla dea bendata - ma perchè a me (e a buona parte del mondo, a giudicare da quel discreto business che si chiama editoria) piacciono le storie e queste persone ne hanno da vendere... E invece no, tutti a dare notizie scarne, fredda cronaca, elenchi di mostre/pubblicazioni ecc. Tizio nasce a X nel 19xx, poi si trasferisce a Y, dove conosce Caio e comincia a frequentare Sempronio. Diventa assistente di Richard Avedon. Espone al Moma. Dal suo primo matrimonio gli nasce Gesù. E così via. Raccontare gente, raccontare...

2 commenti:

  1. hheeheh vuoi sapere il segreto del successo, chiedi troppo :P

    Scherzi a parte, secondo me come dici tu molte volte è talento e culo :)

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  2. Ma no, il segreto del successo non m'interessa affatto! Giuro. Voglio solo ascoltare una storia ben raccontata, con un po' di anima...

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