Questa volta il foglio bianco mi appare proprio come tale. Come annerirlo non è una decisione, oggi - non potrebbe ancora esserlo.
Non scrivo da un mese, qui. Nella testa moltissimo, nel cuore anche. La mia voce è però diversa da prima: ha un altro timbro, un ritmo più lento e al tempo stesso più veloce. Ha persino un altro nome.
La parola condivisione ha per me nuovi tratti, da qualche mese a questa parte. Se fosse una matita, alternerebbe mine di grafite B e H in proporzioni simili. Ci sono durezza e morbidezza, secondo i momenti.
Di tutto questo non faccio uscire molto, la riservatezza che mi è propria risulta ora particolarmente acuita. A me va bene, forse a certi altri un po' meno. Non importa, adesso deve essere così. Non preoccupatevi, e non interrogatemi troppo, perchè molte risposte le sto ancora cercando.
In un modo del tutto nuovo, sono felice. Non è sempre e per forza un sorriso, direi piuttosto un insieme di consapevolezze.
La fotografia mi è lontana, almeno per come la intendevo prima. Ho in cantiere un altro esprimermi con le immagini, ma, a parte quella d'inizio lavori, non ci sono altre date sul cartello che vi campeggia fuori. Parlando con gli amici, continuo a dire che non scatto da mesi: in realtà non è proprio così. Sto invece facendo cose qua e là, a cui non do molta importanza perchè talmente istintive da non essere prese sul serio - almeno, non come facevo prima - e invece credo che siano abbastanza interessanti, se non altro in potenza. Non tanto e non sempre per il risultato in sè, ma per il modo, per l'approccio. Perchè vengono da un luogo di me che stava sotto, dietro, oltre, e ora stanno lasciando la dependence per prendere residenza nella casa di me.
La parola mi accompagna quotidianamente. Ho iniziato a scrivere qualche recensione per un sito di cinema, leggo moltissimo. E' come se scoprissi per la prima volta cose che esistono da sempre. Perchè, ancora una volta, non è il cosa ma il come.
Tutto questo richiede tanto tempo, risorsa purtroppo sempre scarsa, e da qualche parte devo tagliare.
Sto lavorando per una me che non conoscete e che io stessa sto ancora provando a fare uscire. Non sentitevi trascurati, anche se nei fatti forse un po' lo siete. Ho chi mi protegge. E in fondo la libertà di ognuno sta anche nel rivendicare la necessità di stare con se stesso e pochi altri, in certi momenti della vita. Non è isolamento, è raccoglimento.
Quando penso a quello che mi sta succedendo in questi mesi, mi sembra di non avere in mano nulla. Non sto lavorando su progetti specifici, a stento capisco cosa davvero m'interessi. Allo stesso tempo, però, mi rendo conto che, paradossalmente, è anche un momento di forte creatività, perchè ogni divenire presto o tardi dà nuovi frutti. Si tratta solo di ascoltarli, mentre crescono in apparente silenzio.
Preparare la terra. Good work. gio.
RispondiElimina:-)
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