lunedì 23 gennaio 2012

Calafuria '12

Erano anni che non scendevo a Roma in macchina. L'ho fatto ieri, con i miei genitori, ed è stato un viaggio lungo, rilassante, fatto di quelle cose che amo tanto dell'andare su quattro ruote: strada che scorre, sole che scalda, musica che trasporta, risate, rievocazioni di vecchi ricordi e contemporanea coscienza della creazione di nuovi. Arriviamo alla mitica curva toscana di Calafuria che fu de Il sorpasso, esattamente quando il sole sta tramontando sul mare. Mio padre scavalca il guard rail e s'incammina un po' sulla discesa sdrucciolevole. Lo fotografo: lui mi sorride con dietro solo il mare colorato a grosse pennellate cangianti azzurro e arancio. Mia madre lo raggiunge correndo a braccia aperte, mentre lui l'aspetta con la stessa apertura alare. Fotografo anche questo, perchè voglio che si rivedano così. Poi scavalco il guard rail e vado verso il mare, che si sbatte contro la scogliera con l'entusiasmo furioso di un uomo innamorato della donna sbagliata. E penso che il mare non mi è mai stato visceralmente necessario, ma quando ce l'ho davanti è sempre un arrivo. Ecco il mare! Siamo stati lì una decina di minuti, fermi, a respirarlo e ad aspettare l'onda più fragorosa - arriva... guarda, è questa... no, niente, forse la prossima... 

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