Sono qui davanti a un foglio bianco con il desiderio di annerirlo, ma con troppi - o troppo pochi - pensieri in testa per procedere con il mio naturale passo: spedito, certo, inarrestabile. Sarà che durante la mia parziale assenza da questo luogo che ho sempre considerato casa, ho fatto un piccolo viaggio in altri mondi, aprendomi a orizzonti che mi ritrovo ora a guardare nell'insieme. In tutto questo, può quindi avere senso scrivere semplicemente dello scrivere e del fare, senza lo scritto o il fatto.
Mai come nell'ultimo periodo ho spinto sull'acceleratore dell'apprendimento e della creatività, generati e accompagnati dagli stimoli più diversi. Il percorso non è stato lineare, e come tutte le esplorazioni più interessanti mi è parso lunghissimo, costellato di presenze vecchie e nuove, di riferimenti consolidati e sfide inedite. Ora faccio il punto con me stessa, in un momento intermedio di qualcosa che, in fondo, non troverà mai una fine se non in quella particolare certezza che il famoso detto abbina alle tasse.
Ho fotografato di nuovo, e con notevole frequenza, nonostante il periodo di pausa che avevo avuto l'ardire di impormi per ritrovare uno spirito sepolto da tanti penseri e sentimenti. La verità è che l'unica decisione sensata, quando si parla di attività creative, è quella di non decidere. Si segue l'impulso, e già questo coraggio può portare a qualcosa. Continuo a spingermi, a provare, a sperimentare, a mettermi in condizioni limite. Se ciò che ho fatto sia buono non spetta a me dirlo, e parleranno al posto mio i prossimi mesi, che si preannunciano quanto meno movimentati.
Inaspettatamente ho iniziato a studiare sceneggiatura, grazie a un progetto bellissimo che mi è capitato tra le mani e che non vedo l'ora di affrontare. Anche qui, l'incognita regna sovrana e ci sarà da sudare, ma sono molto stimolata e curiosa di vedere come andrà.
Mi sono infine tuffata, senza accorgermene, in una sorta di esercizio di scrittura di cui avete visto i frutti nei precedenti post e che apprezzo perchè ha affinato l'efficacia espressiva che desidero portare nei miei scritti futuri. Non intendo abbandonarlo, semmai inserirlo e amalgamarlo in un quadro generale più ampio, sul quale lavoro da qualche tempo.
L'effetto finale è che, in tutte queste costruzioni, mi pare di essermi dispersa. Come se avessi disseminato pezzi di me in ogni dove e avessi bisogno di una scopa grande abbastanza per riportarli sulla paletta. E' cosa normale, forse, quando si ha la fortuna di poter viaggiare su più binari; dunque non importa se a un certo punto mi sembrerà di dover divaricare inumanamente le gambe per giungere a tutte le mie destinazioni, perchè penso che l'elasticità sviluppata dai miei muscoli in questo tempo me lo consentirà.
Credo che, in ogni caso, la cosa più importante da fare sia continuare a viaggiare, perchè l'arte è quel motore che lavora dentro di te anche quando ti sembra di non tenerlo acceso. E anche quando, in fondo, artista non ti ci senti nemmeno.
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