martedì 26 giugno 2012

Vento




VENTO

E' andare, finalmente.
Inalo la città in tutti i suoi palazzi, caldi nei colori e rumorosi nelle voci.
L'aria estiva non soffoca, limitandosi a inumidire appena l'incontro della pelle con la pelle, tra le pieghe del corpo.
I sampietrini fanno sobbalzare le ruote, loro sorelle quotidiane, e me con esse.
Tempo per me, tanto. Lo guardo e mi precede, pronto a farsi percorrere fino a non farsi più vedere, nel buio della notte che arriverà, silenziosa.
Ora tutto è brezza. Trapassa le maglie leggere del cotone e s'infila come un amante nelle aperture che vi scova, facendosi strada verso il mio corpo. Il bianco che mi veste si gonfia e si svuota veloce, sbatacchiando come una vela appena issata con la prua ancora al vento.
La strada è un liquido solido, il gioco di ombre e luci mimetizza il traffico che mi scorre intorno con moto ondoso regolare.
Tengo ben saldo il timone, con entrambe le mani.
Respiro profondamente, immersa nell'odore inconfondibile dell'acqua dolce.
Accosto leggermente e rallento un poco, controllo la superficie indisturbata della strada.
Via libera.
Il vento mi avvolge senza sospingermi troppo e, mollando la cima, lascio che mi si metta in poppa.
Ed è allora che, per un istante infinito, mi concedo di chiudere gli occhi.
Sono in barca. Nulla mi tocca se non il vento.
E il calore che sento è mio padre, che mi sta portando sul lago. Come ogni estate.


3 commenti:

  1. Attenta a non naufragare, in quel mare nero e denso d'asfalto liquido e iceberg-sanpietrini...

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  2. Davvero bello. E mi è arrivato tutto, più che con una telefonata.

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  3. che meraviglia, poesia liquida

    fai delle foto che incantano

    un saluto da NYC
    DcF

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